La disfunzione sessuale
di Maria Pia Bagnato e Manuela Rijillo
“… È molto, molto difficile mettere d’accordo cuore e cervello…
Pensa che, nel mio caso, non si rivolgono nemmeno la parola.”
(“Crimini e misfatti”, Woody Allen, USA 1989).
Secondo il DSM IV per disfunzione sessuale si intende un’anomalia del desiderio sessuale e delle modificazioni psicofisiologiche che caratterizzano il ciclo di risposta sessuale e causano notevole disagio e difficoltà nei rapporti interpersonali.
Si riscontra dunque un’alterazione del ciclo di risposta sessuale che può essere diviso in quattro fasi: desiderio, eccitazione, orgasmo e risoluzione; i disturbi della risposta sessuale possono verificarsi in una o più di queste fasi.
Attualmente esistono terapie altamente efficaci per la maggior parte dei soggetti le cui disfunzioni sessuali hanno una componente psicogena, anche se molti autori, tra cui Bach, Wincze e Barlow (2001), sottolineano l’inutilità di una distinzione tra organico e psicogeno, essendo i due aspetti molto spesso in stretta relazione.
Per molti anni i clinici hanno suggerito che la disfunzione sessuale fosse un problema diffuso che colpisce una porzione significativa della popolazione. Recentemente Laumann, Paik e Rosen (1999), hanno pubblicato uno studio con il quale hanno osservato 1.410 uomini e 1.749 donne di età compresa tra i 18 e i 59 anni riguardo la presenza di varie difficoltà sessuali. I risultati: il 43% delle donne e il 31% degli uomini mostravano alcune forme di disfunzione sessuale, ovvero circa un terzo della popolazione americana soffriva di questo disagio!
Un grande progresso nella ricerca sulla disfunzione sessuale è stato fatto nel 1998 ed è rappresentato dall’introduzione nel mercato farmaceutico di una medicazione orale, il Sildenafil, più noto come Viagra (lo studio dell’effetto sulla donna è ancora in corso). Ma sebbene questo famoso farmaco abbia giovato ad innumerevoli coppie, esso non è privo dei così detti effetti collaterali. Può infatti essere causa di cefalee, arrossamenti, dispepsia, ma soprattutto è importante sottolineare che non basta avere una buona erezione ed un’adeguata lubrificazione per raggiungere una relazione sessuale soddisfacente. Così alle coppie con scarsa comunicazione, atteggiamenti negativi e credenze sbagliate riguardanti la funzione sessuale, non basterà una pillola per risolvere il loro problema. A questo proposito è necessario sapere che un trattamento cognitivo-comportamentale può essere un’alternativa interessante al trattamento farmacologico, oppure un’aggiunta ad esso. Comunque il forte interessamento da parte dei media nei confronti del Viagra ha contribuito ad incrementare la consapevolezza e l’accettazione pubblica di questo disagio; ma questo contesto di popolarità ha fatto sì che si diffondesse il concetto che la disfunzione sessuale è quasi sempre causata da fattori organici… in realtà così non è! Questo disturbo infatti può essere determinato da diversi fattori, di natura organica, appunto, ma anche psicologica. Tra i primi fattori troviamo malattie vascolari, diabete, livelli ormonali alterati, abuso di alcool e uso di alcuni farmaci, età e infine fumo di sigarette (questi ultimi due sono però considerati fattori di rischio “indiretti”).
Per quanto riguarda i fattori di rischio psicologici essi si possono dividere in due ampie categorie:
” Fattori di rischio individuali: psico-patologie, vissuti emozionali, pensieri disfunzionali, fattori culturali e/o mancanza di educazione sessuale;
” Fattori relazionali: disagio di coppia, scarsa comunicazione, mancanza di attrazione fisica, repertorio sessuale ristretto.
Nell’iniziare una terapia sessuale, data l’origine multifattoriale di questo disagio, è importante innanzitutto individuarne la causa, o le cause, e successivamente valutare la migliore alternativa di trattamento per ogni paziente e/o per ogni coppia. A questo riguardo, sebbene spesso i pazienti siano “impazienti” di iniziare un trattamento, è importante dedicare un numero adeguato di incontri (circa tre) al processo di valutazione. Si raccoglieranno così informazioni sui vissuti della coppia o individuali, dettagli riguardanti la natura e l’estensione delle difficoltà.
Questi momenti dedicati alla valutazione hanno quattro obiettivi:
” capire e caratterizzare la natura del problema;
” identificare la predisposizione biologica e i fattori psicosociali, i fattori precipitanti e quelli di mantenimento;
” determinare una linea base pre-trattamento per il funzionamento sessuale del paziente;
” insegnare alla coppia a discutere della loro relazione sessuale con il terapeuta e successivamente quindi fra loro nella vita quotidiana.
Proprio su quest’ultimo punto insistono diversi autori per i quali il principale obiettivo della terapia sessuale sarebbe quello di aiutare la coppia a sviluppare una relazione sessuale più soddisfacente. Tale traguardo può essere raggiunto attraverso un’educazione corretta alla sessualità: false credenze, aspettative non realistiche, mancanza di informazioni sulla fisiologia, l’anatomia e sul funzionamento sessuale, possono essere determinanti nella comparsa e nel mantenimento della disfunzione sessuale.
Il controllo dello stimolo è un altro aspetto necessario della terapia, attraverso il quale si possono creare condizioni che conducano ad un funzionamento sessuale salutare. Inoltre è importante che venga effettuata una ristrutturazione cognitiva che renda consapevoli i partners dell’impatto che certi loro pensieri hanno sull’eccitazione sessuale, il terapeuta li potrà così aiutare a capire come strutturare i pensieri durante il rapporto sessuale in maniera funzionale.
Anche l’uso di alcune tecniche comportamentali risulterà utile nel trattamento di disturbi specifici, quali i disturbi dell’eccitazione, l’eiaculazione precoce, i disturbi dell’orgasmo maschile e femminile. Infine, importante risulta l’educazione alla comunicazione poiché la maggior parte delle coppie che ha un problema sessuale, ha difficoltà a comunicare, sia sulla propria relazione sessuale che più in generale sulle proprie emozioni.
Per concludere possiamo dire che la terapia sessuale è sicuramente in grado di affrontare con strumenti e protocolli, le difficoltà e la conseguente sofferenza delle coppie – o dei singoli – che vivono un disturbo sessuale, anche in ragione delle ricerche che sono state effettuate negli ultimi decenni. Come sempre quindi, è opportuna una indagine medica che evidenzi patologie organiche in atto e che possa escludere la causa organica, ma è allo stesso modo importante verificare la possibilità di una buona psicoterapia che possa intervenire per affrontare assieme alla coppia, o individualmente, il problema che come abbiamo visto ha un risvolto, se non addirittura un’origine, nel dominio delle psicopatologie o più in generale nel disagio psichico.
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Commenti
Marco – Salve mi chiamo Marco, ho 31 anni.
Mi fa piacere leggere cose su internet, che abbiano una certa utilità. La
sessualità è un tema che troppo spesso viene toccato dagli addetti ai lavori
in malo modo.Si è freddi e distaccati, quasi come se non riguardasse anche
loro. Ho studiato psicologia per qualche anno, poi ho dovuto mollare. Con i
ragazzi dell’università spesso ci si raccontava di queste difficoltà. Mi
rendevo conto così di quanto poteva essere importante la mia sessualità.
Quello che ne usciva fuori è che i sentimenti erano separati dal corpo. Il
cuore non poteva accettare struggenti passioni legate ad un rapporto
esclusivamente basato sul sesso. Sentivo dire: “Con la mia ragazza solo
coccole, con l’altra tutto il resto !” In parte mi rendevo conto che era lo
stesso per me. Nel senso che mi andava sempre male, in quanto appena iniziavo
ad innamorarmi, lasciavo un pò da parte il sesso. E per questo venivo mollato,
chissà perchè!? Adesso passati i trenta sono sicuro di poter dire una cosa,
nessuno è esente da problemi legati alla sessualità. Fa parte della nostra
natura crescere attraverso le difficoltà. La sessualità per come la vedo
adesso, rappresenta un bel termometro che indica lo stato psico-emotivo di un
individuo davanti ad un qualsiasi rapporto umano.
Riuscire a piacersi e a piacere, determina il nostro grado di accettazione di
una determinata realtà.
Credo che attraverso l’atto della masturbazione adolescenziale, si provi il
primo piacere razionale verso sè stessi. Come facciamo a relazionarci con
l’altro se non riusciamo a farlo con noi stessi.
Scusatemi, questo più che un commento stà diventando un comizio. Sono felice
di essere entrato in questo sito. Vi ringrazio per aver suscitato in me queste
parole alle quali sono legate tante emozioni. Spero di risentirvi per altro.
Cordiali saluti Marco
marcprimo@katamail.com
Scritto il 04/09/2005 alle ore 23:25:00
Maria Pia Bagnato – Grazie Marco per il tuo prezioso contributo!
Sono riflessioni molto sincere e interessanti che arricchiscono il nostro articolo.
Un caro saluto,
Maria Pia Bagnato
Scritto il 06/09/2005 alle ore 18:57:51