E’ bello rivederti…
«Il piacere dei banchetti non si deve misurare dalle squisitezze delle portate, ma dalla compagnia degli amici e dai loro discorsi»: lo sosteneva Cicerone. E poi Epicuro: «Dobbiamo trovare qualcuno con cui mangiare e bere prima di cercare qualcosa da mangiare e da bere, perché mangiare da solo significa fare la vita di un leone o di un lupo». E se arriviamo più vicini ai nostri tempi, vale la pena di ricordare Banana Yoshimoto: «La tavola è come una tela dipinta che ci insegna che “oggi” è una volta sola. L’immagine dipinta svanisce alla fine della giornata, ma il suo ricordo resta scolpito nella mente delle persone che erano sedute al nostro stesso tavolo». E quel tavolo e quel ricordo e quei discorsi oltre che restare nella memoria sono una bella dose di serenità che il nostro stesso corpo produce e un antidoto a tristezza e depressione. «Il tipo di cose che facciamo intorno al tavolo con altre persone innescano il sistema delle endorfine, che fa parte del sistema di gestione del dolore del cervello», dice Robin Dunbar, docente di psicologia dell’Università di Oxford che con Oxford Economics ha condotto uno studio e prodotto un indice di buona vita, Living Well Index, che misura la percezione del sentirsi bene, a proprio agio.
Quattro sono i fattori chiave: la qualità del sonno, la soddisfazione della vita sessuale, sentire di avere abbastanza tempo per fare e quello che definisce “cibo sociale”. Appunto stare intono a un tavolo. Gli esseri umani sono biologicamente progettati per l’interazione umana – e in particolare per l’interazione faccia a faccia. Uno studio dell’Università del Michigan ha rilevato che la sostituzione del contatto faccia a faccia con amici e familiari con messaggi su social media, e-mail o messaggi di testo raddoppia il rischio di depressione . Lo studio ha anche rilevato che coloro che hanno reali contatti sociale con familiari e amici almeno tre volte alla settimana hanno avuto il più basso livello di sintomi depressivi.
Trascorrere del tempo con altri è un nutrimento sociale. «Alcune forme di amicizia, andare alle feste, sposarsi, avere interazioni positive stimolano il sistema nervoso simpatico», dice Paul Gilbert, psicologo e fondatore della terapia focalizzata sulla compassione. «Il sistema nervoso parasimpatico è stimolato dal tono verbale e vocale e dalla loro interazione. Siamo fisiologicamente progettati per l’interazione faccia a faccia , per rispondere al tono e all’espressione della voce». In breve siamo gli animali più socievoli. «Il nostro cervello e il nostro corpo sono costruiti per essere regolati attraverso le interazioni con gli altri dal giorno in cui nasciamo», continua Gilbert. Tartarughe e pesci, che procreano in grandi quantità, non hanno bisogno di relazioni forti e per questo, spiega lo psicologo, spesso muoiono anche prima di arrivare all’eta della riproduzione. «Una delle capacità umane più importanti è calmare e coinvolgere gli altri. Stimolare emozioni positive, abilità legata alla felicità, inizia nelle interazioni con gli altri che stanno avendo emozioni positive su di noi”. Fidiamoci, allora, quando gli amici ci incontrano e ci dicono: «Bello vederti»