Per fare ordine serve… confusione. La mente nel caos trova nuove idee!
A tutti noi spesso capita di attraversare dei momenti di confusione, nei quali prendere la decisione giusta sembra un’impresa. Scelte importanti nel lavoro, nelle relazioni e nella vita di tutti i giorni possono trasformarsi in un tormento se non abbiamo abbastanza lucidità. Lo sa bene, per esempio, C. Sullenberger, il pilota della US Airways che lo scorso gennaio, dopo essere decollato da New York ed essersi accorto che il suo aereo era in avaria, ha preso con freddezza l’unica soluzione possibile, la sola che poteva essere giusta: ammarare nell’Hudson. Anche senza ricorrere a questi esempi di eroismo, possiamo d
ire che la lucidità sia un istinto innato in ognuno di noi. I problemi nascono quando a quell’istinto non permettiamo di esprimersi, mettendo in atto dei comportamenti sbagliati.
L’ultimo numero del mensile Riza Psicosomatica tocca proprio il tema della lucidità, sfatando preconcetti e luoghi comuni. Il primo? Quello che, nei momenti di confusione, dobbiamo far ordine nella nostra vita. In effetti nei periodi in cui siamo confusi e irrequieti spesso cerchiamo di proteggere la nostra fragilità isolandoci o imponendoci una vita quanto più regolare possibile, evitando la folla e le occasioni che temiamo possano destabilizzarci. Spesso la ricerca di ordine interiore si riflette nel tentativo di crearci intorno un ambiente pulito e ordinato, quasi asettico.
Questi comportamenti altro non solo che il tentativo di estendere un controllo razionale a tutto ciò che potrebbe turbarci. In questo senso non fanno che rinforzare le ragioni da cui nasce il nostro disagio. La confusione invece paradossalmente può aiutarci.
Il punto è che più ci isoliamo dall’ambiente esterno più ci rinchiudiamo nella nostra testa. Al contrario, quando la confusione regna dentro di noi, dovremmo cercarla anche fuori, senza tentare di combatterla o di risolverla. Possiamo per esempio immergerci per qualche ora nella folla, passare un pomeriggio al luna park, ascoltare una musica vivace e frenetica per qualche minuto oppure scatenarci in discoteca, o in un ballo a occhi chiusi da soli, in casa. Semplicemente dobbiamo tollerare il disordine o crearlo in una parte della casa, per poi limitarci a osservarlo reprimendo l’impulso di rimettere subito tutto a posto.
Il caos aiuta: la mente si disorienta e va alla ricerca di nuove idee. Nelle danze dei dervisci, antica forma di misticismo orientale, l’adepto ruota vorticosamente su sé stesso fino a entrare in trance. Immergersi nel caos serve a ottenere lo stesso scopo: disorientare la mente, rompendo gli schemi e le coordinate mentali irrigidite e poco flessibili. Nel caos si spezzano quei punti di ancoraggio che ci impediscono di inventare soluzioni creative ai problemi.
L’anima ha dunque bisogno di confusione per fare ordine. La lucidità non è l’antitesi del caos ma il suo effetto. C’è una situazione delle vita quotidiana in cui questo risulta evidente: a tutti è capitato di avere una parola “sulla punta della lingua” e non riuscire a dirla. È un esempio tipico di come la strategia che sembra più logica – sforzarsi di risolvere un problema – si riveli la peggiore. È sufficiente infatti distrarsi, distogliere l’attenzione da quella inutile ricerca e di colpo la parola si affaccia alla mente. Quando, nelle situazioni quotidiane, ci sentiamo confusi e bloccati, la soluzione non si conquista mai con la testardaggine, accumulando dati o riflettendo: arriva in un lampo, in modo irrazionale e quando aboliamo l’ordine che abbiamo costruito per ricercarla. Perché, in realtà, quella soluzione è già dentro di noi, è il frutto di un processo naturale che ha solo bisogno del tempo giusto per venire alla luce. L’elefante partorisce dopo 21 mesi di gestazione, il batterio si duplica in pochi secondi: accorciare o allungare i tempi causerebbe solo guai. Ma, come tutti i processi naturali, per giungere a maturazione anche questo ha bisogno del suo nutrimento. Può sembrare incredibile, ma la realtà è che il nutrimento della chiarezza mentale è proprio il caos, la confusione, il dubbio.
Se combattiamo la confusione a colpi di ragionamenti, finiamo per disturbare un processo che sta avvenendo già, in modo naturale. Sentire il caos dentro di sé significa infatti che stiamo vivendo emozioni nuove, che stiamo integrando dati inaspettati, che i nostri punti di riferimento si stanno modificando. Calma! Lasciato sedimentare, come il seme nel terreno, il caos darà frutti al momento opportuno. La cosa da capire è quindi che attraversare periodi di confusione è normale. Una lucidità sempre al massimo del resto è inutile: a noi serve che ci soccorra quando ne abbiamo bisogno. Possiamo però favorire questo “parto dell’anima”, diventare la sua levatrice. Basta evitare le strategie sbagliate e preferire i comportamenti che la favoriscono.
da TGcom